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I Dati Satellitari Per Il Controllo Del Microclima Urbano. All’oar Il Convegno Con L’agenzia Spaziale Italiana E Il Politecnico Di Milano

Arrivano dai dati satellitari gli strumenti per mappare il fenomeno dell’isola di calore urbana e capire come la struttura fisica della città e l’uso del suolo influiscano sul microclima urbano. Se ne parla al convegno che si terrà venerdì 23 febbraio presso il complesso monumentale dell’Acquario Romano, sede dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. L’evento, organizzato dall’OAR, illustra gli esiti del progetto LCZ-ODC sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana con il dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale del Politecnico di Milano. Si tratta di uno studio sperimentale che ha l’obiettivo di mettere in correlazione le zone climatiche locali con la temperatura dell’aria, integrando dati geospaziali e tecnologie di osservazione della Terra.
A partire dalle tecnologie di osservazione della Terra, l’Agenzia e il Politecnico hanno messo a punto un plugin che progettisti, pianificatori e pubbliche amministrazioni potranno utilizzare per progettare e realizzare interventi che vanno dalla singola architettura alla riqualificazione urbana o alla stesura di un masterplan, controllando gli effetti che questi hanno sul microclima. Si tratta di uno strumento utile anche per il monitoraggio ambientale, che potrà funzionare da guida nell’individuazione di azioni che possano espletarsi su tre linee di intervento: mitigazione, adattamento e resilienza. Il progetto è partito, in via sperimentale, concentrandosi sulla città metropolitana di Milano, ma con l’intento di estendere gli esiti dell’esperienza ad altre grandi città, tra cui Roma.
Il progetto promette di essere molto utile per analizzare e mappare il fenomeno dell’isola di calore urbana, intervenire con progettazioni a impatto positivo sul clima e capire – alla micro-scala – quale effetto i cambiamenti climatici abbiano sulle città. Il punto di partenza del progetto sono le Local Climate Zones (LCZ), ossia una suddivisione in classi del suolo urbano basata sull’intensità dell’isola di calore. Una classificazione che prende in considerazione le caratteristiche morfologiche dell’edificato (densità urbana, altezza, tipologia e disposizione degli edifici), le proprietà chimico-fisiche e termiche delle superfici e la copertura del suolo (permeabile, pavimentato, compatto). Con il plugin installabile in QGIS (versione open source dei software di Geographical Information System), la struttura fisica e la morfologia della città, rappresentata dalle LCZ, è messa in relazione con la distribuzione delle temperature. Grazie alle acquisizioni satellitari ripetute nel tempo, si ha un’informazione dinamica che le città potranno utilizzare per disegnare masterplan, per progettare interventi di rigenerazione urbana, col fine ultimo di ottenere benefici sul microclima e sulle isole di calore.